L'orgoglio di un'isola
I primi segni della pratica del calcio in Sardegna si hanno a cominciare dal Nord. Giungono a noi notizie di partite giocate a Calangianus, alla fine del XIX secolo, tra operai e tecnici inglesi chiamati alla realizzazione di una linea ferroviaria. Sfide che suscitano la curiosità prima e la passione poi dei giovani indigeni. Nel 1903 viene fondata l'Ilva Football Club, due anni più tardi è la volta dell'Olbia.
Naturale che sia Cagliari, col suo porto meta di tanti navi britanniche, a diventare la capitale isolana del "football". La prima vera partita riportata dalle cronache si disputa in una mattina d'autunno del 1900, tra un gruppo di studenti cagliaritani e una squadra di marinai genovesi approdati in città qualche giorno prima a bordo di un vecchio vapore. Luogo della sfida, una piazza d'Armi piena di pozzanghere a causa dell'acquazzone della notte precedente. Si gioca con un pallone di cuoio, più o meno sferico. Le porte sono costituite da due robusti tronchi d'albero. Vincono, manco a dirlo, i liguri, più esperti e forti fisicamente. Nel 1911, la squadra della Società Ginnastica Amsicora si reca a Torino per giocare un torneo contro le scafate formazioni continentali.
Rimedia sonore sconfitte, ma è una grande esperienza. I tempi sono maturi perchè anche Cagliari abbia la sua compagine ufficiale. Merito del chirurgo Gaetano Fichera, che il 30 maggio 1920 fonda il Cagliari Football Club.
Gli anni '20
La prima gara della storia del Cagliari è datata 8 settembre 1920, una giornata ricordano gli annali, particolarmente calda, quando al campo dello Stallaggio Meloni i cagliaritani (i cui colori ufficiali erano nerazzurri) affrontarono la Torres. La partita terminò col punteggio di 5-2 per il Cagliari con una tripletta di Alberto Figari, detto "Cocchino". Un risultato a sorpresa contro i favoritissimi sassaresi.
La squadra partecipa quindi al Torneo Sardegna. Le avversarie sono la Torres di Sassari, l'Ilva Maddalena e un'altra compagine del capoluogo, l'Eleonora d'Arborea. Facile l'affermazione dei padroni di casa, che dominano tutti gli incontri. Allenatore-giocatore è Giorgio Mereu, di professione avvocato, che di li a poco assumerà anche il ruolo di Presidente. Nel 1922 sarà lui che farà costruire una tribuna allo Stallaggio Meloni, necessaria a accogliere un pubblico sempre più numeroso e partecipe. Nel 1926, i colori neroazzurri lasciano il posto ad una nuova divisa: quella rossa e blu.
L'avvento alla Presidenza dell'avvocato Carlo Costa Marras prelude all'ingaggio di un allenatore-giocatore ungherese. Si chiama Robert Winkler, bravo sia in attacco che in porta. I tempi pionieristici stanno per finire. Nel 1928, il Cagliari prende parte al primo campionato nazionale, quello di Prima Divisione. Il debutto è datato 16 ottobre 1928, sconfitta per 2-1 sul terreno della Virtus Goliarda. Il gol del Cagliari è di Tonino Fradelloni, il terzo di quattro fratelli calciatori. Il pubblico dello Stallaggio Meloni inizia ad affezionarsi ai suoi giocatori. Popolarissimi il mediano Costa, dalla potenza esplosiva, e il terzino Puligheddu, il cui fisico statuario lascia poche occasioni agli attaccanti avversari. In attacco, raccoglie l'eredità di Figari il toscano Natale Archibusacci, un ragazzo sempre pronto alla battuta, che vede la porta come pochi.
Il Cagliari, che nel frattempo si è trasferito nel nuovo campo di via Pola, arriva alle finali, dove si classifica all'ultimo posto con 3 punti. L'anno successivo, i rossoblu sono quinti assoluti. Una notevole escalation.