Gli anni '90
Gli anni '90
La squadra che affronta la Serie A, diventato il campionato più bello del mondo, si rinforza con Gianfranco Matteoli, uno dei giocatori sardi più forti di tutti i tempi, che corona il sogno di indossare la maglia rossoblu, e il trio uruguayano: Enzo Francescoli, Josè "Pepe" Herrera e Daniel Fonseca. Il primo è un fuoriclasse a tutto tondo, cui pure la Juventus aveva pensato per sostituire Platini; il secondo un generoso terzino adattabile a centrocampo e ammirevole per grinta e dedizione alla causa; il terzo un giovane attaccante dallo spunto irresistibile, messosi in luce ai Mondiali di Italia '90. Anche con questi acquisti, la rosa non sembra troppo competitiva rispetto agli squadroni che circolano in A. Manca soprattutto una prima punta, che non arriva nemmeno al mercato di riparazione. I tifosi, scontenti, contestano la Società. Il Cagliari è desolatamente ultimo alla 12° giornata con 5 punti, e con poche speranze di risalire. Ranieri fa quadrato, non smette di crederci. La svolta a Torino contro la Juventus di Baggio e Schillaci. Sotto 2-0 dopo 20 minuti, i rossoblu si riorganizzano e acciuffano sul pari la Vecchia Signora. Con il ritorno alla massima condizione di Francescoli, e l'esplosione di Fonseca, il Cagliari centra una salvezza miracolosa. Ranieri si congeda da vittorioso.
Al suo posto, gli Orrù chiamano Massimo Giacomini, che però dura solo sei partite. Una vittoria contro la Samp scudettata e cinque sconfitte. Arriva, consigliato da Ranieri, Carlo Mazzone, vecchia volpe specialista nel condurre in porto le pericolanti. Il tecnico romano non fallisce nemmeno a Cagliari, aiutato ancora dai gol di Fonseca.
Nell'estate del '92 si concretizza il cambio di proprietà. La famiglia Orrù cede la Società ad un giovane imprenditore di Sanluri: Massimo Cellino. Nessuno può prevederlo in quel momento, ma diventerà il Presidente con più lunga militanza nella storia rossoblu.
La squadra ha ormai una sua fisionomia ed è pronta per un salto di qualità. Fonseca va al Napoli, sostituito da uno sconosciuto brasiliano naturalizzato belga: Luis Oliveira. Il nuovo arrivato all'inizio stenta. Prima deve combattere con la concorrenza di Bresciani, poi ceduto quest'ultimo, non si trova a suo agio col ruolo di prima punta. Quando però si ambienta, diventa devastante. Con un Francescoli sempre più decisivo, un Matteoli immenso in cabina di regia, senza dimenticare i contributi fondamentali di Pusceddu, Herrera, Festa, Ielpo, Bisoli e Moriero, il Cagliari si piazza al 6° posto e ottiene la qualificazione alla Coppa UEFA dopo più di vent'anni. L'era Cellino non potrebbe cominciare meglio.
Francescoli viene ceduto al Torino, e Mazzone lascia, per allenare la Roma, sua squadra del cuore. Il sostituto è Gigi Radice, che torna a Cagliari dopo 24 anni. Sarà una breve toccata e fuga: in pratica, viene licenziato ancora prima di cominciare. Lo rimpiazza Bruno Giorgi, tecnico gentiluomo, che ha il suo daffare per trovare gli equilibri in una squadra fin troppo sbilanciata in avanti, con insieme Moriero, Matteoli, Oliveira e i nuovi arrivi Allegri e Dely Valdes. Il Cagliari in campionato va a corrente alternata. In compenso, fa furore in Coppa, dove liquida Dinamo Bucarest, Trabzonspor, Malines e Juventus, prima di cedere con tanti rimpianti all'Inter in semifinale.
Nel 1994 tocca all'uruguayano Oscar Washington Tabarez accomodarsi sulla panchina rossoblu. E' un'ottima stagione dei rossoblu, che hanno salutato Matteoli e acquisito il giovane bomber Muzzi. Il piazzamento UEFA sfugge per un nonnulla. Peggio le cose andranno l'anno successivo, malgrado l'ingaggio dell'allenatore italiano più titolato: Giovanni Trapattoni. I risultati sono altalenantni, e a metà stagione, il Trap è costretto a fare le valigie per fare posto al cavallo di ritorno Giorgi. Sono arrivati gli uruguayani Fabian O'Neill e Dario Silva: diventeranno degli idoli.
Il 1996 è il primo anno calcistico dopo la sentenza Bosman. Le squadre italiane si accaparrano a basso prezzo giocatori stranieri a costo zero. Non fa eccezione il Cagliari. Purtroppo i vari Tinkler, Lonstrup, Pascolo, Romero e Vega non sono all'altezza. Sfortunato anche l'allenatore, straniero anch'egli, Gregorio Perez. La squadra si dibatte nelle ultime posizioni, e il Presidente Cellino richiama in servizio Carletto Mazzone. Grazie ai gol di Tovalieri, detto "Il Cobra", i rossoblu arrivano allo spareggio col Piacenza. A Napoli, gli emiliani si impongono 3-1 e il Cagliari scende in B dopo sei anni.
Il purgatorio dura una sola stagione. Giampiero Ventura, alla guida di una squadra rivoluzionata, riporta subito i rossoblu nella massima serie. Non entra nel cuore dei tifosi, ma il tecnico ci sa fare, e pilota i suoi ragazzi ad un buon campionato da matricola. L'anno dopo invece è da dimenticare. Tabarez delude, e il suo successore Ulivieri fa pure peggio. All'alba del nuovo millennio, il Cagliari scende nuovamente in Serie B.