All'inferno per due volte
Un po' di coppe e poi il lento declino
Il dopo scudetto è un'annata infelice: il confronto con l'Anderlecht in Coppa dei Campioni si risolve a favore dei belgi nello spareggio di Barcellona per lancio della monetina e in campionato è un'altalena di risultati che alimentano polemiche e dualismi nella squadra (vedi Haller e Nielsen) e allontanano i tifosi delusi; viene esonerato Fulvio Bernardini, si ricomincia con un nuovo allenatore (breve parentesi di Scopigno, poi Carniglia) ed i risultati non mancano: 2° e 3° posto. Poi ogni anno la squadra perde un pezzo di "quelli del '64" e i ricambi non sono sempre all'altezza: Bulgarelli resta, ma vengono ceduti prima Nielsen, poi Haller, mentre Pascutti deve smettere, come Negri, per gli acciacchi dell'età.
Si alternano gli allenatori e i presidenti per arrivare alla fine degli anni '60 con Edmondo Fabbri in panchina e una Coppa Italia vinta con il Torino (2-0) con doppietta di Savoldi, che viene replicata nel '74 in una finale vinta ai rigori sul Palermo (sempre a Roma, e tre finali vinte!). Nel '75 finisce la sua carriera Giacomino Bulgarelli: la bandiera, dopo 17 anni passa il testimone a Eraldo Pecci, un romagnolo cresciuto nel vivaio, che appena impostosi come centrocampista di grande personalità viene ceduto frettolosamente dal Presidente Conti al Torino, e non sarà l'ultimo!. Il nuovo idolo di Bologna, il cannoniere Giuseppe Savoldi e verrà ceduto al Napoli per la cifra da capogiro di 2 miliardi! I tifosi non perdonano al Presidente Conti la politica della cessione dei pezzi migliori, l'allenatore Pesaola guida la squadra in campionati mediocri, e così cresce il malcontento di chi non accetta piazzamenti anonimi della squadra. Dopo una serie di campionati tra il 5° e 8° posto iniziano i brividi, con salvataggi in extremis di cui è artefice Cesarino Cervellati, chiamato spesso a sollevare le sorti del Bologna quando tutto sembra ormai compromesso. Nel 78-79 ci si salva pareggiando 2-2 in modo rocambolesco in casa con il Perugia, ed è anche l'ultima partita nel Bologna di un altro giocatore simbolo: Tazio Roversi. Nel 79-80 se ne va il presidente Conti e subentra Tommaso Fabbretti: allenatore Perani e ritorno di Beppe-gol Savoldi; sarebbe un campionato onorevole se la squadra non fosse coinvolta nel calcio scommesse e punita nel campionato successivo con la penalizzazione di 5 punti. La stagione 80-81 vede allenatore Radice e nonostante la penalizzazione sarà un buon 7° posto finale e tante vittorie importanti: Inter, Juve a Torino... Nulla lascia prevedere quello che sta per succedere, ma in estate la squadra viene smantellata, Radice se ne va, cominciano i guai giudiziari del Presidente e così...
All'inferno e ritorno per due volte
L'anno 1981-82 è serie B. Per la prima volta nella storia, il Bologna subisce l'onta sportiva di una retrocessione che purtroppo non sarà l'unica: l'anno dopo sarà seguita da quella in serie C! È troppo anche per Angiolino Schiavio, che dalle colonne del quotidiano cittadino scrive un articolo di fuoco, dove esprime tutto il suo sdegno verso coloro che hanno permesso che la gloriosa società rossoblu cadesse così in basso. Dopo l'immediata e dovuta risalita in B, seguono alcuni campionati con tentativi di conquistare la serie A senza esito, fino al campionato 1987-88 con Presidente Corioni, che impone un allenatore sconosciuto, Gigi Maifredi, che vincendo lo scetticismo generale porta uno spumeggiante Bologna in serie A dalla porta principale: un meritato primo posto con spettacolo e gol. In serie A, dopo un inizio difficile, il Bologna si salva con tranquillità e l'anno seguente Maifredi conquista l'Europa prima di lasciare Bologna, per rispondere al richiamo della sirena Juventus. Ma nel '90-91 si ritorna al passato: è un campionato che inizia male con Scoglio allenatore e si trascina fino alla fine con infortuni a ripetizione e pochezza tecnica; nonostante Radice le provi tutte, si finisce in B, uniche soddisfazioni alcune belle partite con rimonte casalinghe in Coppa Uefa. Dopo due stagioni dove rifioriscono speranze di rinascita, con l'illusione che un Presidente bolognese (Gnudi), con l'appoggio di Gruppioni, ci riporti presto in A, si ricade di nuovo nell'inferno della C per arrivare al fallimento del glorioso Bologna nel 1993.