Il ritorno di Mazzone
La rinascita del Bologna FC
Dalla sentenza del tribunale rinasce il Bologna FC 1909, Presidente Giuseppe Gazzoni Frascara ed il campionato di serie C 1993-94 con Zaccheroni allenatore e Pecci direttore sportivo nasce pieno di speranze che s'infrangeranno nei play-off contro la Spal. Al secondo tentativo la coppia Oriali-Ulivieri subentrata a Reja–Pecci, centra l'obiettivo: la risalita in B e immediatamente dopo, nel 1995-96, si festeggia la promozione in serie A con il gol di Bresciani in Bologna–Chievo. Il primo anno di serie A è quasi trionfale: settimo posto in classifica e buon gioco, ed eliminazione in semifinale di Coppa Italia da parte del Vicenza.
L'anno seguente, il quarto consecutivo di Ulivieri, è altrettanto buono con l'ottavo posto che dà diritto a partecipare al torneo Intertoto; ma è anche l'anno di Roberto Baggio, ingaggiato a sorpresa con un'abile operazione di mercato da Oriali e Gazzoni all'insaputa dell'allenatore, che faticherà inizialmente ad inserirlo negli schemi.
Dopo qualche polemica troverà un equilibrio che porterà il Bologna in Europa, Baggio prima ai Mondiali di Francia poi all'Inter e Ulivieri al divorzio. Nel campionato 98-99 il Bologna di Carletto Mazzone, il nuovo allenatore scelto da Oriali prima di andarsene, sostituito da Oreste Cinquini, vince l'Intertoto e inizia una fantastica cavalcata europea, raccogliendo ovunque consensi unanimi, e fermandosi alle soglie della finale di Coppa Uefa, eliminato dal Marsiglia, con un rigore dubbio a pochi minuti dalla fine. Analoga sorte ci toccherà in Coppa Italia, sempre eliminati in semifinale (dalla Fiorentina) questa volta per un rigore netto non concessoci nel finale. In campionato dopo un inizio stentato il Bologna trova un buon equilibrio in campo con Binotto e Fontolan esterni e Beppe Signori goleador ritrovato; la stagione si chiude trionfalmente con la vittoria sull'Inter nello spareggio per entrare in Europa.
L'era Guidolin
Nella stagione 1999-2000 lo staff dirigenziale decide di affidare la squadra a Sergio Buso, allenatore della Primavera ed ex portiere rossoblu degli anni'70. L'inizio è incoraggiante in Uefa, ma deludente in campionato: si corre ai ripari richiamando Andersson (ceduto in estate alla Lazio), ma alla settima giornata, con 7 punti conquistati, si chiude l'esperienza di Sergio Buso, un allenatore preparatissimo, grande conoscitore di tattica e di uomini che non ha trovato un'immediata applicazione delle sue teorie; la squadra stenta nei risultati, ma soprattutto nel gioco: l'unica vittoria il 3 ottobre 1999, giorno del 90° compleanno del Bologna: 2-0 al Lecce. Si riparte con Francesco Guidolin, nato lo stesso giorno e mese del Bologna, ex calciatore rossoblu, nonché nostra bestia nera dai tempi di Vicenza.
Il tecnico è razionale e concreto, la persona, seria e puntigliosa; il suo esordio è vincente in campionato e in Europa, poi c'è l'amara eliminazione da parte del Galatasaray in Uefa e dell'Inter in Coppa Italia. In campionato è un susseguirsi di risultati altalenanti con vittorie a ripetizione in casa e altrettante sconfitte in trasferta, la difesa del Bologna è una delle meno perforate, ma l'attacco è uno dei meno prolifici della serie A; risultato: una classifica sempre a metà strada tra i sogni (l'Europa) e il fondo classifica. Si ha l'impressione che gli infortuni a catena di Binotto, Ventola e Fontolan e l'età media dei protagonisti abbiano inciso profondamente sul rendimento complessivo: i ripetuti tentativi di dare un assetto soddisfacente al centrocampo rossoblu non sortiscono gli effetti sperati, anche i rinforzi subentrati nel corso dell'annata non danno la svolta al campionato del Bologna, che si può definire di transizione; la certezza su cui contare è Beppe Signori che raggiunge il traguardo dei 151 gol. Conclude una grande carriera Giancarlo "Ciccio" Marocchi, l'ultima bandiera rossoblu. Un anno contraddittorio, il secondo dell'era Guidolin (2000/01). Il Bologna inizia il campionato con una partenza sparata, ogni obiettivo sembra alla portata. La squadra gioca bene e ottiene grandi risultati. Addirittura il pubblico vede cadere squadre come il Milan, il Parma e la Lazio sotto i colpi dei giovani rossoblù. A fare da guida il solito Giuseppe Signori, che alla fine scriverà 16 nel suo personale score di reti. A metà campionato, il Bologna rallenta ma rimane sempre in corsa per l'obiettivo europeo fino al crollo nelle ultime decisive sfide-Uefa. Finirà nono, insieme alla Fiorentina. Un anno di luci e ombre, ma che lancia nel grande calcio giovani di notevole talento come Gamberini e Cipriani. Nell'estate 2001 Guidolin, spronato dal vento della contestazione che induce Gazzoni ad abbandonare la presidenza cedendo la poltrona a Renato Cipollini, forgia un Bologna a sua immagine e somiglianza: squadra tosta, tatticamente organizzatissima, che ha nel dna lo spirito del gruppo che non si arrende di fronte alle vicissitudini. Una serie impressionante di infortuni a catena, che colpisce - tra gli altri - Signori, Locatelli, Macellari e Cipriani, non tarpa le ali ai rossoblù, che grazie agli innesti azzeccati di Pecchia, Fresi e Zauli e alla crescita di Julio Cruz, fino all'ultimo vagheggiano un posto in Champions League, prima della beffa finale di Brescia, quando, per una serie concatenata di risultati avversi, sia la Champions che la Uefa svaniscono al fotofinish.
Resta un esaltante settimo posto con 52 punti, cui fa da contraltare l'amara consolazione dell'Intertoto. Ma anche la certezza del grande valore tecnico e psicologico del lavoro svolto da Guidolin, che in tre anni ha saputo costruire un gruppo caratterialmente forte, legato da un solido legame d'affetto con la città, e con un futuro assicurato. Concetti ribaditi nella prima parte della stagione seguente, nonostante alcuni pezzi pregiati siano partiti. Si registra però il recupero di Locatelli e il ritorno di una vecchia conoscenza, Michele Paramatti. Dopo un Intertoto positivo (contro il Teplice è goleada), perso però in finale contro il Fulham, il girone di andata in campionato fa registrare un record storico per il Bologna (sette vittorie nelle prime sette partite casalinghe) e si chiude con 27 punti (come nel precedente torneo). La piazza, nonostante il mancato approdo alla Uefa e la prematura uscita di scena in Coppa Italia, ha fatto il gusto ai successi al Dall'Ara, ma il 2003 sarà avaro di soddisfazioni: in un girone di ritorno da appena 14 punti, a brutte sconfitte contro squadre impegnate nella lotta per la salvezza fanno da contraltare ottime prestazioni contro le prime della classe, non premiate dal risultato per colpa di una vera persecuzione che vede i rossoblù subire parecchi gol decisivi proprio allo scadere. Le delusioni contagiano la curva che torna nuovamente a contestare, a causa di cinque mesi sfortunati che hanno avuto l'effetto di offuscare un anno e mezzo di vera ribalta.
Il ritorno di Mazzone
Alla vigilia del campionato successivo, Guidolin decide di abbandonare una piazza che non lo apprezza più. Gazzoni e Cipollini richiamano in rossoblù Carlo Mazzone, l'allenatore dell'esaltante stagione delle semifinali di Uefa e Coppa Italia: un autentico beniamino dei tifosi. Il tecnico romano non si tira indietro e accetta di buon grado di aiutare i dirigenti rossoblù, rimasti senza coach. La squadra, però, è molto rinnovata e Mazzone deve conoscerla e rodarla: un lavoro che svolge nel corso del girone d'andata, durante il quale, anche a causa di una serie di infortuni importanti, i risultati sono avari. Concluso il nefasto 2003, l'anno nuovo si apre nel modo migliore, con l'acquisto di Nakata e con due sequenze di tre vittorie consecutive (cadono, tra le altre, Lazio e Roma) che rimpolpano la classifica rossoblù; la squadra può tagliare con anticipo il traguardo della salvezza. A questo punto, Beppe Signori vuota il sacco e annuncia il suo addio al calcio italiano, dopo 188 gol in 344 partite di Serie A: il caloroso saluto "Dall'Ara" commuove fino alle lacrime uno dei più grandi bomber di sempre, tre volte capocannoniere del campionato. Intanto Mazzone rinnova con il Bologna per un'altra stagione, che potrà impostare fin dall'inizio, dal ritiro pre-campionato: i risultati si vedranno e, dopo un avvio non privo di difficoltà, la squadra risale la china con una serie di quattordici partite con una sola sconfitta, toccando il settimo posto in graduatoria. A fine stagione, però, qualcosa inizia a girare storto e nelle ultime giornate i rossoblù scivolano gradualmente, anche a causa di una classifica molto corta nella quale tantissime squadre fluttuano ai margini della zona a rischio: proprio all'ultima giornata, Nervo (festeggiato nel frattempo al raggiungimento delle 300 presenze in campionato con la maglia del Bologna) e compagni si trovano a condividere la terzultima posizione (mai occupata nel corso di tutto il campionato) con Fiorentina e Parma. Per la classifica avulsa, sono le emiliane a doversi giocare la salvezza agli spareggi: la vittoria di misura al "Tardini" nella gara di andata viene vanificata al ritorno, quando il Parma passa al "Dall'Ara" per 0-2: è retrocessione. Nemmeno la strenua battaglia giudiziaria condotta dal patron Gazzoni (nel mirino le irregolarità economiche di alcune società) riesce a restituire la Serie A. Il Bologna viene affidato al tecnico Renzo Ulivieri: un graditissimo ritorno.