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Sofferenze e illusioni di gloria

Genoa 1947-48Gli anni'40: la Grande Guerra e poi si torna a lottare per lo scudetto, ma solo all'andata

La stagione 1939-40 si apre con l'intenzione da parte della dirigenza di continuare la politica di rafforzamento della squadra e dall'altra da parte del trainer di adeguare il gioco del Genoa con le più avanzate tecniche calcistiche britanniche, passando al gioco cosiddetto WM per la disposizione in campo dei giocatori. I risultati del campo furono però altalenanti e ritornando al vecchio sistema di gioco i genovesi infilarono sette risultati utili consecutivi. Nonostante tutto il Genoa si piazzerà quinto. Scoppia la guerra e l'attività calcistica non si fermò come era successo nel 1915. Ben dieci giocatori sono richiamati sotto le armi anche se le licenze però non mancheranno. Garbutt viene "invitato" ad allontanarsi perché inglese e lo sostituisce il fidato Ottavio Barbieri che guiderà i rossoblù in un campionato decisamente sottotono. A fine stagione il Genoa è decimo. A luglio il presidente Culiolo si dimette e viene sostituito da Nino Bertoni che scelse come allenatore Guido Ara, antica bandiera vercellese.

Fra i nuovi arrivi il centromediano torinese Allasio, i due ex triestini Trevisan (mezzala) e Ispiro (attaccante) e il portiere Sain. Il Genoa nel campionato 1941-42 ritornò a respirare un'aria più consona alle sue tradizioni esibendosi in non pochi pezzi di bravura. Strameritato il quarto posto finale (a pari merito con la Lazio) e strameritata anche la conquista del titolo nel "Ragazzi" dei grifoncini di Luigi Burlando. Anche nel campionato successivo il Genoa si conferma sullo stesso livello dell'annata 1941-42 piazzandosi al quinto posto finale. Dopo l'8 settembre l'Italia è divisa in due e non fu più possibile organizzare un campionato unico. E mentre da Roma in giù si disputarono coppe e tornei minori, nel Nord la Federazione organizzò nel 1944 un campionato di guerra o come si chiamò allora dell'Alta Italia diviso in gironi regionali o interregionali. Il Genoa arrivò solo quinto (su dieci squadre partecipanti) nel girone Piemontese-Ligure vinto a mani basse dal Torino.

Nei primi mesi del 1945 nel capoluogo ligure ebbe luogo la Coppa Città di Genova: un mini girone a cinque squadre cui parteciparono oltre al Genoa la Marina Italiana (nelle cui fila militavano alcuni genoani), l'Itala, il Liguria, e la Marina Tedesca. La vittoria arrise al Genoa che nella classifica finale superò di una lunghezza i rossoneri liguriani (14 a 13). Nel corso degli anni bui della guerra il timone della Società rossoblù era passato dalle mani di Gavarone a quelle del commissario straordinario Nino Bertoni, al quale seguì fino al luglio 1945 Aldo Mairano. Ma il nostromo che seppe pilotare la navicella genoana attraverso la bufera bellica fu il segretario Mario Tosi, il quale rappresenterà il punto di riferimento per la classe dirigente per molti anni a venire. La guerra finalmente ha termine e il Genoa rinserra le fila. Nel luglio diventa presidente Antonio Lorenzo. In quegli stessi giorni la società torna ad assumere l'antica denominazione britannica di Genoa Cricket and Football Club. Il 14 ottobre 1945 ha inizio il primo campionato del dopoguerra: è diviso in due gironi - uno Alta Italia e uno Centro-Sud; la città di Genova è l'unica a schierare tre società (Genoa, Andrea Doria e Sampierdarenese) nel massimo campionato di calcio: un piccolo primato che dura dal 1929 a tutt'oggi.

Il Genoa è prima affidato all'allenatore italo-magiaro Viola che si dimette a favore di Ottavio Barbieri. A fine stagione i Grifoni sono solo terzultimi nel loro girone e per fortuna non erano previste retrocessioni. Unica nota positiva di quella stagione l'esordio in campionato del giovane terzino Fosco Becattini, a tutt'oggi il calciatore rossoblù con il maggior numero di presenze in prima squadra . Nella primavera nuovo rimpasto societario: ricompare il pioniere Edoardo Pasteur nella veste di commissario straordinario. Richiama di William Garbutt, il più grande allenatore che il Genoa abbia mai avuto. L'anziano trainer accetta con entusiasmo anche perché la Società gli mette a disposizione un vero e proprio fuoriclasse.

Si tratta dell'argentino Juan Carlos Verdeal. Rappresentò il faro attorno al quale si cercò di ricostruire quello squadrone che mancava ormai dai primi anni quaranta e che avrebbe dovuto riportare il Genoa fra le elette del calcio italiano. Il campionato 1946-47 vede il Genoa classificarsi ad un dignitoso decimo posto (su venti squadre) in coabitazione con l'Inter, la Lazio e la Sampdoria nata nell'agosto del '46 da una nuova fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese. Ancora un cambio al vertice della società: nuovo presidente è ora Massimo Poggi. Il torneo 1947-48 si rivela non eccessivamente positivo per i Rossoblù che arrivano dodicesimi a pari merito con l'Internazionale. A Pasqua era stato esonerato l'anziano Garbutt e sostituito da Allasio. Il torneo successivo (1948-49) fu per lunghi anni il miglior campionato disputato dal Genoa nel dopoguerra, superato solamente da quello del quarto posto del 1990-91. In ogni caso fu l'ultimo in cui le aspirazioni per la conquista del decimo scudetto (almeno per buona parte della stagione) non poterono definirsi velleitarie.

Il Genoa disputò uno strepitoso girone d'andata. Il ritorno non fu certo all'altezza della prima parte del torneo e le ultimissime giornate pregiudicarono un piazzamento decisamente più consono alle potenzialità della squadra. Il settimo posto ottenuto dal Genoa quell'anno suonava quasi come una beffa ripensando alla bellissima galoppata del girone d'andata.

 

 

 


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