Dedicato ai capitani
Carissimi sportivi,
l'amore di Dio è in mezzo a noi!
È questo il segreto della nostra vera gioia, l'anima di questa nostra festa. Non c'è grandezza senza umiltà Abbiamo appena ascoltato una pagina della prima lettera di San Pietro (1 Pietro 5, 1-5), della quale mi colpisce in modo particolare il finale: "...tutti siate sempre umili, pronti a servire gli altri... Dio si mette contro i superbi ma è generoso con gli umili".
Mi ha sempre affascinato la grande capacità che ha lo sport di tenere insieme l'umiltà e la grandezza della persona. Ogni sportivo sa bene che gli allenamenti e le gare sviluppano al meglio le capacità di un atleta, migliorano continuamente tante dimensioni della sua personalità e destano la naturale e buona ambizione di traguardi sempre più alti e di risultati giustamente riconosciuti e premiati.
Chi fa sport è dunque aiutato a ben coltivare la propria dignità di persona: proprio questa dignità è la nostra grandezza! Ma tutti sappiamo bene che nessuno avrà mai il minimo risultato sportivo senza fatica, senza impegno costante, senza apprendimento paziente, senza riconoscimento degli errori fatti, senza ripartire nuovamente da dove si è già arrivati e insieme agli altri...
Insomma, nello sport non c'è grandezza senza umiltà. Ma questo vale per tutti, non solamente per gli sportivi! E per gli sportivi sia eccezionali che comuni! Carissimi, lasciamoci persuadere dalla parola di Dio: tutti quanti abbiamo bisogno di maggiore umiltà, ne abbiamo bisogno per essere davvero vincenti, cioè più veri, più uomini, più felici!
Una grandezza di "squadra"
La grandezza dei "capitani" sta nella grandezza della loro "squadra". Dedico allora le parole di Pietro a tutti i "capitani" qui presenti, cioè a tutti coloro che, come me, hanno responsabilità nella loro "squadra", hanno un ruolo nello sport come nella vita quotidiana, sono dentro il gruppo ma a servizio dei compagni, sempre partecipi degli stessi destini: "abbiate cura di quelli che vi hanno affidato; sorvegliateli non solo per mestiere, ma volentieri, come Dio vuole. Non agite per il desiderio di guadagno, ma con entusiasmo. Non comportatevi come se foste i padroni delle persone a voi affidate, ma siate un esempio per tutti" (1 Pietro 5, 2-3).
Abbiamo tutti da imparare molto da questo insegnamento. Se lo metteremo in pratica, sono sicuro
che le nostre "squadre" saranno più armoniche, dinamiche e più vincenti in umanità. Potremo contribuire a far crescere la qualità non solo della squadra sportiva, ma anche di quella "squadra" che è la società stessa in cui viviamo, a partire dal suo nucleo essenziale che è la famiglia e dalle sue espressioni più legate agli ambienti della scuola, dell'Oratorio, dell'amicizia e del tempo libero.
Il coraggio di un esempio nuovo
Lo sport, come tutti sappiamo, vive oggi momenti difficili, in particolare in alcuni suoi settori,
soprattutto di vertice: ci sono fenomeni, spesso estranei e contrari allo spirito della stragrande
maggioranza degli sportivi, che inquinano e deturpano gli stadi e le stesse strade con la violenza, con lo scontro immotivato, con la trasgressione delle regole elementari del vivere civile, con una vera e propria delinquenza che offende tutti e tutti inquieta.
Tutto ciò è molto preoccupante, ma non deve affatto paralizzarci. Anzi! Sono convinto, carissimi
"capitani", che questi fenomeni si possono e si devono presto superare e così tornare con gioia e serenità negli stadi. Siamo per uno sport sano, pulito, etico, umano e umanizzante, dove l'uomo è al centro e non alla periferia perché dominato e reso schiavo da altri interessi; dove l'uomo è onorato in tutti i suoi valori e non considerato solo nella sua prestazione atletica. È importante, necessario e urgente affrontare la sfida educativa: la si può senz'altro vincere insieme, impiegando tutto ciò che fa non solo di voi, ma di ogni persona che ama lo sport, dei "capitani coraggiosi".
Il coraggio che vi chiedo è quello di essere "alternativi", capaci di fare la "differenza"!
Sono "coraggiosi" i responsabili e i protagonisti a tutti i livelli, anche nelle squadre di periferia e
sui campi degli Oratori, che sanno e vogliono ingranare con decisione la marcia dell'etica, che insegnano e testimoniano ai bambini e agli adolescenti il rispetto delle regole, la lealtà, la stima per il bene di tutti e il senso della responsabilità personale e sociale.
In questo senso dobbiamo tutti essere "capitani coraggiosi", chiamati e impegnati ad essere più
educati, più maturi e più convincenti: veri esempi di libertà e di responsabilità. Siamo sempre "capitani", cioè buoni esempi di vita in ogni situazione della nostra esperienza, sia quando ci troviamo ad interpretare un ruolo sociale sia quando siamo in famiglia o con gli amici. O, più
profondamente ancora, quando siamo soli con la nostra coscienza. Beata questa "solitudine", che ci fa sperimentare la "compagnia" più preziosa: quella con il proprio "io", nelle cui profondità risuona la voce stessa di Dio.
La "ola" della festa vera
Lo sport diventa allora scuola e palestra di vita. Nelle società sportive autentiche non si coltiva solo
lo sport e neanche si porta avanti esclusivamente un generico programma di "buona educazione" del tempo libero. Nei gruppi sportivi piuttosto crescono e si educano giovani uomini e donne capaci e impegnati a contribuire in modo significativo alla vita dell'intera società.
La "squadra" si dilata, allarga il suo orizzonte, diviene una comunità sempre più grande, si fa
moltitudine. Mi fa pensare a ciò che avviene allo stadio quando si esprime la gioia di una vittoria con il gesto popolare della "ola", dove ciascuno si muove nel momento giusto e ne viene una festa per tutti. Vogliamo realizzare una "ola" per lo sport sano, pulito, etico, umano e umanizzante?
Tutti dobbiamo e possiamo far sentire forte la nostra voce, alzare la mira del nostro cuore, mettere in gioco la nostra persona, muoverci a tempo per fare più bello lo sport e il mondo in cui viviamo.
Dentro questa "ola" ideale non c'è però soltanto la nostra voce. C'è anche e soprattutto l'energia
nuova dello Spirito di Dio, che muove misteriosamente il cuore e la mente di ogni persona di buona
volontà unendoli nella "ola" gioiosa del cuore stesso di Dio che ci sorride e ci guida verso una festa grandiosa, l'autentica festa della vita.
L'augurio per un campionato diverso e migliore.
Dionigi Card. Tettamanzi