Il regista perfetto
Andea Pirlo. 33 anni lo scorso maggio. Ruolo: centrocampista. Il regista perfetto, la base solida da cui è partito per tanti anni il gioco del Milan e ora quello della Juventus. Infatti a maggio 2011 non ha rinnovato il suo contratto e ha lasciato i rossoneri dopo dieci anni e oltre 400 partite. Era arrivato alla corte di Berlusconi nella stagione 2001-2002, dopo essere passato dal Brescia all'Inter che ancora oggi, probabilmente, ne rimpiange la cessione.
Il palmares è da block notes, a meno di una memoria fuori dal comune: 3 scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, due Champions League, due Supercoppe europee e un mondiale per club. Poi c'è la nazionale dai tempi dell'Under 21, con cui vinse l'europeo del 2000, fino alla maggiore che gli ha visto alzare la Coppa del Mondo nel 2006 e recentemente vice campione d'Europa.
La definizione più calzante per questo giocatore la diede Lippi prima dei mondiali di Germania: "Ho trovato un leader silenzioso: parla con i piedi" e in effetti tra le sue più grandi caratteristiche c'è quella parlare di poco e lavorare tanto e bene. Andrea è il terrore degli avversari sui calci piazzati. Le sue punizioni telecomandate sono un vero incubo per chi difende la porta, un cecchino del campo abile a non dare mai la sensazione della tensione. Calmo, riflessivo e micidiale.
Ha un idolo, Roberto Baggio con cui ha giocato nel Brescia e lo stesso Baggio, un altro che non spreca mai le parole, ha ricambiato la stima in queste dichiarazioni:" La visione di gioco di Andrea, quello che sa fare, ciò che sa costruire, fanno di lui un vero fuoriclasse. È un giocatore di cui la Juve e la Nazionale non possono fare a meno. Quando giocavamo assieme tutto dipendeva da lui, dalla sua impostazione del gioco. Ha sempre avuto il grande merito di vedere in anticipo come poteva svilupparsi l'azione. Le qualità che ha lui non si vedono spesso in giro". E se lo dice il Divin Codino...
Strategico, preciso e indispensabile in campo, ma anche per nulla chiacchierato, né affetto da divismo fuori. Se lui, come abbiamo già detto, è la base solida da cui parte il gioco, la sua famiglia è la base solida da cui parte la sua forza. Sposato con Deborah dal 2001, ha 2 figli: Niccolò e Angela. Tutto quello che gli ruota attorno ha un alone di equilibrio stabile che si trasferisce nelle azioni di gioco, così sublimi e tanto vicine all'arte da giustificare il soprannome che meglio lo rappresenta: Pirlo da Vinci. "Coniato" dagli spagnoli, è vero, ma proprio per questo ancora più gradito. I riflettori internazionali, che certo non lo dimenticano, si sono accesi su di lui il 24 giugno scorso, seguente, in occasione della partita contro l'Inghilterra dei quarti di finale dei campionati europei. Dopo lo 0-0 nei tempi regolamentari e supplementari, tira uno dei 4 rigori decisivi per l'esito della partita, piazzando un "cucchiaio" alla sinistra di Joe Hart. Già a partire dai minuti successivi al rigore, il nome del calciatore è entrato ai primi posti nella classifica dei Trend Topic, ricevendo complimenti persino dagli avversari: «Pirlo è semplicemente classe», ha twittato lo spagnolo Gerard Piqué , imitato dai colleghi Cesc Fabregas , «Però, che classe», e Xavi Hernandez : «Che rigore, è un fenomeno!».
Ai complimenti delle furie rosse si sono aggiunti quelli dell'ex capitano della Nazionale inglese, Rio Ferdinand , che ha riconosciuto il talento dello juventino: «Su una nota di puro calcio Pirlo ha appena messo a segno un colpo da maestro, quel rigore è stato troppo» e di un incredulo Michael Owen , neanche lui presente tra i convocati: «Wow. Pirlo è da matti», mentre l'attaccante olandese Robin Van Persie si è limitato a un laconico quanto entusiasta «Pirlo!».
Ma non sono stati soltanto i calciatori a rendere omaggio al collega bianconero: il capolavoro di Pirlo ha stregato un po' tutti, come dimostrano i tweet di Valentino Rossi («Non potevamo perdere dopo il cucchiaio di Pirlo... che spettacolo! comunque vittoria meritata. #forzaitalia») e di Cesare Cremonini : «Loro hanno i Beatles, noi Pirlo».