Il primo scudetto
Gli anni '40: fra le grandi e il pareggio con il Grande Torino
Il campionato 1939-40 segna il ritorno della Lazio fra le grandi del calcio italiano piazzandosi al quarto posto. Per gli anni a venire, dominati dal Grande Torino, i biancocelesti galleggiano placidamente in posizioni di media classifica senza cadute rovinose ma neanche troppe soddisfazioni. Il campionato è sospeso per la guerra nel 1943. La Lazio non interrompe la sua attività agonistica e partecipa al Campionato Romano, vincedolo una volta e arrivando seconda l'anno seguente. È invece solo settima nel Campionato Centro-Sud svoltosi nella stagione 1945-46.
È invece decima alla ripresa della Serie A nel campionato a girone unico 1946/47. la stagione successiva è molto difficile per la società romana: stipendi ridotti al minimo e giocatori che scioperan. A metà stagione è ultima in classifica, ma è solo grazie all'intervento del presidente Zenobi i risultati non tardarono ad arrivare. A fine stagione conclude il campionato al tredecesimo posto. In una partita casalinga che è rimasta nella memoria costringe al pareggio il grande Torino che vinse lo scudetto nonostante la tragedia di Superga.
Gli anni '50: ai vertici del calcio italiano e il ritorno sulla sscena internazionale
Nella stagione 1949/50 la Lazio ritorna ai vertici classificandosi al quarto posto grazie all'apporto determinante di una difesa di ferro capitanata dal portiere Sentimenti IV, scartato dalla Juventus perché giudicato ormai vecchio. Il quarto posto verrà ripetuto per altre due stagioni. Grazie a una defezione della Juventus, la Lazio ritorna sul proscenio del calcio internazionale partecipando alla Coppa Latina (poi Coppa dei Campioni) nel 1950. I risultati sono però deludenti. Nel 1953 termina l'era Zenobi, durante la quale la Lazio era riuscita a ritornare nell'elite del calcio italiano vincendo anche sette derby su otto. Gli succede Tessarolo, e vengono acquistati giocatori importanti ma a fine carriera. Una scelta che non porterà i risultati immaginatai e che lascerà solo problemi di bilancio. Il rilancio avviene nella stagione 1955/56 per la quale si predispone una impegantiva campagna acquisti. Fra i nomi nuovi emergono quelli di Selmosson e Muccinelli. Il campionato si conclude con un terzo posto nonostante la poca costanza.
L'estate successiva i dirigenti puntano con fondati motivi allo scudetto. Una partenza a rilento vanifica l'obiettivo nonostante le sonore vittorie per 3 a 0 su Milan e Fiorentina, le prime due classificate al termine del campionato. Tessarolo lascia la società con un buco nel bilancio. La gestione successiva si dedica con costanza a risanare i conti ma nonostante questo arriva il primo trofeo ufficiale. La squadra con Fulvio Bernardini allenatore e Bob Lovati portiere coraggioso e capitano, vince nel 1958 la Coppa Italia battendo in finale la Fiorentina grazie ad un gol di Prini. I problemi economici costringono la dirigenza a dolorose rinunce: è venduto fra la sollevazione furiosa dei tifosi l'asso Selmosson. Con lui partono anche altri giocatori di esperienza, e la Lazio si affida a giovani leve promettenti. L'undicesima piazza, migliore dell'anno prima, sembra dare ragione ai dirigenti.
Gli anni '60: le prime retrocessioni in B e il condottiero Lorenzo
Nel 1959/60 la Lazio cede anche Humberto Tozzi, l'unico giocatore di livello rimasto. Il risultato a fine stagione non cambia molto: dodecisima posizione. È l'anno dopo che gli effetti delle dismissioni si faranno sentire di più. Si apre così uno dei periodi più bui della storia della Lazio. Arriva infatti la prima retrocessione in Serie B. Saranno due anni di permanenza nella serie cadetta. La conquista della Serie A avviene per la stagione 1963-64 grazie all'allenatore argentino Juan Carlos Lorenzo. La definitiva certezza della promozione si ha nella partita casalinga contro la Pro Patria davanti ad oltre 60 mila spettatori. Il ritorno nella massima serie è confortante grazie a un ottavo posto finale.
L'anno seguente, partito Lorenzo, la squadra raggiunge la salvezza. Ritornano i problemi economici e la presidenza è ora di Umberto Lenzini che cambierà la storia della Lazio. L'inizio è però difficile: nel campionato 1965-66 la Lazio è dodicesima e l'anno dopo si ripresenta la retrocessione in B. Anche in questa occasione il purgatorio dura due anni. Artefice del riscatto è ancora una volta Lorenzo, tornato alla Lazio dopo aver deluso alla guida della Roma. Anche la campagna acquisti è in linea con gli obiettivi della promozione che arriva con due giornate d'anticipo.
Gli anni '70: il primo scudetto con Chinaglia e gli anni bui
Il ritorno nella massima serie per il campionato 1969/70 vede una Lazio rinforzata. La rosa vanta la presenza di Giorgio Chinaglia e del libero Pino Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli. La squadra raggiunge così una salvezza tranquilla. Nel 1970/71, dopo un girone di ritorno disastroso, la Lazio retrocede nuovamente in Serie B. Arriva però il secondo titolo della storia vincendo la coppa delle Alpi nel 1971. Urge una svolta tecnica e arriva sulla panchina uno degli allenatori emergenti di quel periodo: Tommaso Maestrelli, allenatore del Foggia. La Lazio centra immediatamente il ritorno in Serie A. Il mercato promette bene: Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Luigi Martini sono i freschi arrivi. Si viene a formare un gruppo di giocatori dotati di estro e personalità, che sotto la guida di Maestrelli produce un gioco brillante simile a quello dell'Olanda del gioco totale. Il ritorno nella massima serie per il campionato 1972/73 è fra i più brillanti della storia. I laziali si giocano il titolo fino all'ultima giornata: Milan al comando con 44 punti, seguito da Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto.
La Lazio pareggia e perde il titolo. I tempi del riscatto sono però maturi anche se c'è poca fiducia intorno ai biancocelesti. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza in alcune partite. La vittoria per 3 a 1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel derby di ritorno vinto 2 a 1, portano saldamente la squadra in testa alla classifica. La prima posizione sarà mantenuta fino alla fine nonostante alcuni passi falsi. È il primo scudetto nella storia della Lazio vinto con una giornata d'anticipo. Nonostante il successo si ripresentano i problemi economici e la dirigenza non può fare gli acquisti sul mercato necessari per rinforzare la rosa. Il campionato 1974/75 si chiude con un quarto posto con Maestrelli gravemente malato sostituito da Lovati. La panchina è affidata a Giulio Corsini. La bandiera Giorgio Chinaglia sceglie di emigrare in America al Cosmos. La Lazio veleggia nelle retrovie da cui si tira fuori solo grazie al ritorno di Maestrelli che evita la Serie B.
Nel campionato 1976/77 la Lazio si riporta in posizioni di alta classifica grazie alla guida tecnica di Luis Vinicio e a importanti riforzi come Franco Cordova dalla Roma e ai giovani del vivaio: su tutti Giordano, D'Amico, Manfredonia e Agostinelli. Due lutti colpiscono la società: muoiono Maestrelli e il giocatore Re Cecconi, ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina. Le difficoltà sono evidenti e le ultime due stagioni di questo decennio si chiudono con risultati modesti.