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Ragazzo di calabria

GATTUSO okQuando in campo si vede uno che corre senza risparmiarsi un istante, che carica i compagni, che si picchia il pugno sul petto con una tale forza da sembrare un neozelandese in procinto di indossare la maglia degli All Blacks, quando si vede uno così non ci si può confondere: e' Rino Gattuso. La sua storia è quasi una favola cominciata dalla passione trasmessa dal padre che a calcio ha sempre giocato e Gennaro (perché si chiama così) ha passato la sua fanciullezza facendo altrettanto nei campetti sgangherati del suo piccolo paese calabrese.

Il Bologna allora non ebbe l'occhio lungo e fu il Perugia ad aggiudicarselo, prima tra gli allievi, fino a crescere e diventare un professionista con i fiocchi. L'esperienza all'estero da giovanissimo, a Glasgow, nei Rangers, fu dura ma esaltante, sia per il lavoro, sia perché proprio in Scozia il suo destino si incrociò con quella che poi sarebbe diventata la compagna della sua vita: Monica. Poi di nuovo in Italia, alla Salernitana e finalmente il Milan. Le cose andarono così : "Alla Salernitana lavorava come team manager Ruben Buriani che mi fece parlare con Adriano Galliani. Aliberti – presidente della Salernitana - aveva già una mezza parola con la Roma.

Io scelsi il Milan. Il pensiero di giocare con lo scudetto sul petto fece la differenza. Mi è rimasta in mente la frase di Sensi che, incrociandomi due anni dopo, mi accusò sorridendo di aver 'preferito la nebbia di Milano al sole di Roma'!"


E quella nebbia ha portato tanta fortuna a Ringhio, il suo soprannome, che in effetti è azzeccatissimo. Un po' di digiuno di trofei per le prime stagioni, poi la gloria. Ha vinto tutto con i rossoneri, arrivando in punta di piedi, compatibilmente con il suo carattere vulcanico, e dimostrandosi indispensabile per la squadra ogni giorno di più. Titolare pressoché inamovibile, non molla mai, è la sua caratteristica più evidente, dal primo minuto di gioco al 90° il suo ritmo e la sua energia restano immutati. Lo dicono i risultati del Milan e quelli stratosferici che agli azzurri sono valsi una Coppa del Mondo.

Gattuso fa tanto anche fuori dal campo: la sua famiglia è il suo mondo, ma anche la voglia di fare qualcosa per gli altri, per chi non ha chance nella vita, per chi ha bisogno è un punto fermo delle sue giornate. La sua fondazione si chiama Forza Ragazzi, è nata nel 2003 e si occupa di dare ai giovani qualche possibilità in più, soprattutto in Calabria, dove Rino è nato e i suoi genitori vivono ancora. Un campo e una scuola calcio possono fare molto, tolgono i ragazzi dalla strada e i progetti sono ancora molti. Insomma, impegnato su tutti i fronti, mai superficiale, è uno dei calciatori più amati e non solo dai milanisti. Telegatto come miglior sportivo dell'anno, se lo contendono sponsor che con lui hanno la garanzia della genuinità che ormai è difficile scovare e dell'autoironia, dote ancora più rara.

Lui fa tutto, senza mai neanche pensare di non onorare il suo impegno con il Milan, la sua seconda casa: "Ogni tanto ripenso alle mie origini, alle partite sulla spiaggia in un paese di quindicimila abitanti. Ripenso a tutti i tifosi all'Old Trafford e a San Siro, E tutti quei ricordi affiorano nella tua mente e li rivivi da campione d'Europa, da vincitore della Coppa Italia e della Supercoppa Europea. È inutile, ha ragione Galliani, certe cose possono succedere solamente al Milan". All'epoca di questa sua frase mancava ancora il Mondiale per Club, ma siamo certi che non sarà il solo trofeo non citato. C'è ancora molto da vincere.

Intevista è stata pubblicata sul numero di FreeFootball in versione cartacea del 27 gennaio 2008.

 

 

 


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