La corsa d'o' ciucciariello
Nel 1904 grazie all'iniziativa dell'inglese James Poths e del napoletano Emilio Anatra nasce il Naples Football & Cricket Club. La passione per il calcio nel capoluogo campano era già molto vivace. Ne è testimonianza la presenza di altre piccole realtà calcistiche come l'Open Air, l'Helios e l'Audace. Per i colori sociali del Naples la scelta cade su strisce blu mare e celeste. La prima partita ufficiale si gioca contro i forti marinai-giocatori della nave Arabik: il Naples si impose per 3-2 con le reti di MacPherson, Scafoglio e Chaudoir. Primo presidente è Amedeo Salsi, affiancato da Potts, Mister Bayon e dai calciatori dilettanti Conforti e Catterina.
Negli anni successivi alla fondazione il Naples si muove in ambito regionale o al massimo nel Centro-Sud, non partecipando al Campionato nazionale, riservato alle squadre del Centro-Nord, fino al 1912. Vince alcune competizioni minori fra le quali la Coppa Lipton, la Coppa Salsi, e la Coppa Noli da Costa.
Gli anni '10: rivalitài cittadine e scarsi risultati
Nel frattempo nel 1911 la componente napoletana del club si separa da quella inglese per dare vita all'Unione Sportiva Internazionale Napoli. La Figc decide intanto di ammettere al campionato di Prima Categoria (l'attuale Serie A) le squadre meridionali. Inizia di fatto la rivalità fra le due squadre di Napoli che si affrontano in memorabili sfide senza però poi riuscire a imporsi fuori dall'ambito regionale. Per la stagione 1912-13 il Naples vince il Campionato Campano ma viene sconfitto dalla Lazio nella semifinale del Centro-Sud.
Nella stagione seguente è invece secondo nel Girone Campano sconfitto dai cugini dell'Internazionale. Nel 1914-14 il Naples è secondo nella finale Centro-Sud ma la finale non viene disputata per lo scoppio della guerra. Si riprende l'attività agonistica nel 1919, ma il Naples e l'Internazionale non raggiungono più i risultati sperati neanche in ambito regionale dove gli avversari si sono moltiplicati, il Savoia di Torre Annunziata su tutti.
Gli anni '20: la fusione e la nascita di Internaples e poi AC Napoli
La crisi di risultati delle due compagini partenopee si protrae fino al 1922, quando le due società decidono di fondersi. Nasce così Foot-Ball Club Internazionale-Naples, meglio noto come Internaples. Nel frattempo l'Internaples si muove sui campi di gioco con maggiori risultati. Nella stagione 1922-23 è subito secondo nel Girone Campano e quarto nel Girone B delle semifinali del Centro-Sud. Nella stagione seguente è terza nella semifinale della Lega Sud. Dopo una battuta d'arresto nel campionato 1924-25 si riprende in quello successivo. L'Internaples disputa un ottimo campionato: dopo aver vinto il Girone Campano e il girone A delle semifinali Lega Sud arrivò alla finale dove viene travolta dall'Alba Trastevere per 6-1 e 1-1.
Nel 1926 dall'Internaples prende vita l'Associazione Calcio Napoli, il cui primo presidente è Giorgio Ascarelli. Il giovane presidente pensa in grande e chiama a Napoli l'attaccante Attila Sallustro soprannominato "il Veltro". Fu edificato anche costruito uno stadio degno di questo nome che venne chiamato "Vesuvio". I tifosi napoletani intanto date le prestazioni deludenti dei calciatori napoletani sostituirono dallo stemma della società il cavallo rampante. Al suo posto posero un asino, "o ciucciariello" che divenne per l'emblema della squadra partenopea.
L'esordio del Napoli nel Campionato italiano fu a dir poco disastroso. Un record negativo ineguagliato: un solo punto contro il Brescia in tutta la stagione. Il presidente della squadra riuscì a a far ripescare la squadra convincendo i dirigenti nazionali dell'importanza del Napoli nell'ambito del movimento calcistico nazionale. Il presidente si dedicò con passione a rinforzare la rosa.
Inizialmente, il campo sembrava dargli torto: il Napoli infatti alla fine del girone d'andata era in zona retrocessione. Tuttavia grazie a un ottimo girone di ritorno gli azzurri riuscirono a salvarsi arrivando terzultimi. Le cose andarono decisamente meglio nel campionato 1928/29: grazie ai 22 gol di Sallustro il Napoli guadagnò l'ottavo posto a pari merito con la Lazio. Il Napoli accedeva così di diritto alla nuova Serie A, il primo campionato a girone unico con 18 squadre.
Gli anni '30: ai vertici nazionali e i primi passi incerti a livello europeo
Per campionato 1929-30 Ascarelli sceglie l'allenatore inglese Garbutt, già vincitore di due scudetti con il Genoa. Arriva a rinforzare la squadra anche Vojak, che in azzurro segnerà oltre 200 gol. Il risultato è esaltante: il Napoli è quinto. Nella stagione successiva il Napoli gioca un ottimo girone d'andata piazzandosi al secondo posto dietro la Juve. Un girone di ritorno non perfetto vanifica tutto e la squadra è sesta. Interlocutoria la stagione 1931-32 è interlocutoria con il suo nono posto. Il campionato 1932/33, invece, passerà alla storia come il primo in cui gli azzurri sfiorano lo scudetto. Formidabile fu la coppia d'attacco: Sallustro segnò diciannove reti e Vojak ventidue; Il Napoli arrivò terzo a pari merito col Bologna.
Fa il bis nel campionato successivo con un altro terzo posto e qualificandosi per la Coppa Europa, la massima competizione europea di quei tempi. Il Napoli è fuori al primo contro l'Admira Wien sia pur dopo la bella. In campionato la squadra non va oltre un settimo posto. Nel 1936 la società è acquistata dall'armatore Achille Lauro che risana subito il bilancio vendendo i pezzi più pregiati della squadra. In campionato in Napoli non può che posizionarsi nelle retrovie della classifica: è 13°. Per la stagione 1938/39 Lauro acquista: Romagnoli, Piccinni e Gramaglia. Il nuovo allenatore Iodice conduce gli azzurri al quinto posto in classifica.