Malagò, calcio italiano malato
"Calcio italiano malato e da riformare? E' evidente che esistono molti elementi di criticità, però non credo che sia giusto attribuirne tutta la responsabilità alla sola Figc". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malago', in una lunga intervista a 'La Repubblica' in edicola oggi.
Dallo scandalo Salernitana-Nocerina al calcioscommesse, fino ai cori razzisti. "La lista dei problemi la conosco a memoria - replica Malagò - e mi confronto con Abete quotidianamente, con lui e con le altre componenti del mondo del calcio, visto che la responsabilità di molte delle cose elencate sono delle Leghe, penso al caso Salernitana-Nocerina, o di altri rispetto alla Figc. Non penso sia colpa di Abete se due dei 3 club italiani sono già usciti dalla Champions".
Il presidente del Coni però ammette: "Qualcosa di buono è stato fatto. Quest'anno - il riferimento è alla riforma dei campionati - ci sono 132 squadre professionistiche, dal prossimo saranno 102. Non basta, ma è un passo in avanti. Dalla mia posizione non posso fare altro che auspicare un'ulteriore, drastica riduzione nei prossimi 2-3 anni, così come non posso che fare notare che non è normale che il sistema si regga solamente sui diritti televisivi.
Ma affermare che non è stato fatto nulla è ingeneroso". Per il presidente del Coni, inoltre, "il calcio ha anche fatto qualcos'altro di positivo, ha dimostrato di saper essere generoso, ha sostenuto le 31 federazioni olimpiche con 4 milioni e 600 mila euro con un progetto legato all'attività giovanile.
Ogni federazione ha beneficiato di circa 150 mila euro". Nella battaglia per la riforma della giustizia sportiva la Figc si era invece schierata contro il progetto di Malagò: "Ci ho lavorato come un matto. Riformare la giustizia à stato un ginepraio, con le Federazioni decise ad estendere il loro potere decisionale. Alla fine ho fatto come volevo io. Adesso penso che anche il calcio abbia gli strumenti per non incappare, più o incappare di meno, negli errori che sono stati fatti in questi anni".
Fra gli altri problemi da risolvere c'è poi la questione tifosi. "C'è stato un decremento - ammette Malagò - un'emorragia, una fuga del 25 per cento dei tifosi dagli stadi negli ultimi due anni, si sono persi per strada - sottolinea il presidente del Coni - Ecco, quello è il vero problema. Occorre rivedere del tutto i rapporti tra il calcio e i tifosi, i rapporti tra Figc e Lega.
E occorre cambiare la tessera del tifoso. Così è inutile. Non funziona, c'è poco da fare". Sulla tanto agognata legge sugli stadi, Malagò ribadisce le sue priorità: "Procedure certe, visto che lo stato non mette una lira ed è tutto privato almeno diciamo all'imprenditore qual è il percorso che deve seguire; tempi certi; sostenibilità del progetto. Quando il calcio potrà contare su impianti moderni si potrà abolire la tessera del tifoso e puntare su sistemi più efficaci, come in Inghilterra".
Da raisport.it del 28 dicembre 2013.