Scappò dalla Siria a nuoto, ora in gara a Rio
L'incredibile e bellissima storia di Yusra: una diciottenne siriana che, nuotando, si e' aperta la strada dalla Siria a Lesbo, da Lesbo a Berlino, e da Berlino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Con un'altro nuotatore siriano, due judoka della Repubblica Democratica del Congo, un maratoneta etiope e cinque mezzofondisti del Sud Sudan, Yusra e' una di 10 atleti selezionati dal CIO per comporre la prima "squadra di profughi" che gareggera', al fianco degli atleti che rappresentano i loro paesi di origine, alle Olimpiadi 2016 in Brasile. "La loro partecipazione e' un tributo al coraggio e alla perseveranza di tutti i profughi nel superare le avversità' e costruire un futuro migliore per loro e per le loro famiglie", ha detto l'Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi.
I 10 campioni saranno trattati ai Giochi Olimpici, come tutte le altre squadre, ma in rappresentanza di un "paese di 60 milioni di persone che non e' paese", non ha più confini e non ha bandiera. "Accogliendo la squadra di atleti olimpici rifugiati a Rio 2016, vogliamo mandare un messaggio di speranza per tutti i rifugiati del mondo", ha detto il presidente del CIO Thomas Bach.
Yusra Mardini
Un anno fa, Yusra Mardini, si e' tuffata in mare con la sorella maggiore Sarah quando il motore del gommone su cui stava viaggiando insieme ad altri 20 in fuga dalla Siria si e' inceppato nella pericolosa traversata dell'Egeo. "Insieme, Yusra, Sarah e altri due compagni di viaggio hanno cominciato a spingere la barca, tendendo le orecchie a segni di vita del motore che non sono mai arrivati", aveva raccontato Tracks, la rivista online di UNHCR.
Yusra e Sarah hanno salvato la vita dei loro compagni di traversata. Miracolosamente arrivate vive sull'isola greca di Lesbo, erano congelate e esauste ma hanno tratto forza dalla loro determinazione di non permettere a nessuno che viaggiava con loro di morire.