Calcioscommesse salva Udinese
FINISCE L'ERA BRUSESCHI. LA PRESIDENZA VA A BRUNELLO
Dino Bruseschi, non si dà per vinto, tenta il tutto per tutto, affida la squadra a Gipo Viani, in panchina c'è Romolo Camuffo. L'Udinese parte bene, ma la sera del 7 ottobre 1968 Dino Bruseschi, dopo sedici anni di presidenza, viene messo in minoranza dal Consiglio direttivo. Alla presidenza viene nominato Pietro Brunello. Ma anche lui non ha fortuna. La squadra è forte, ma non come il Piacenza che il l 5 gennaio 1969 vince per 2 a 0 al "Moretti". Dopo quell'incontro muore Gipo Viani (a cui Bruseschi nel luglio del 1968 aveva dato pieni poteri tecnici per riportare in auge il calcio friulano), colpito da infarto durante la notte mentre si trovava a Ferrara.
Nell'Udinese si avvicendano giocatori e allenatori, la musica non cambia sino alla stagione 1972-73 quando i bianconeri, in virtù di uno splendido girone di ritorno, concludono in testa il torneo a pari merito del Parma. Si rende necessario lo spareggio per l'ammissione alla serie cadetta che viene disputato a Vicenza il 24 giugno 1973. I sogni di gloria dei bianconeri svaniscono ben presto, i pilastri della squadra, Galeone e Giacomini non entrano mai in partita, poi ci si mette il portiere Zanier a favorire il Parma con errori puerili.
Alla fine è 2 a 0 per gli emiliani, gol di Sega al 14' e di Olpi al 33' del primo tempo. Giacomini e Galeone "abdicano", iniziano una nuova avventura, quella di allenatore, sono loro a guidare inizialmente la squadra l'anno precedente. Giacomini è allenatore in prima, Galeone in seconda. Giacomini, però, non ottiene l'autorizzazione a sedere in panchina e la società si vede costretta ad affidargli Sergio Manente, in seguito unico responsabile. Le cose continuano a non andare bene, al termine del campionato l'Udinese è seconda dietro l'Alessandria, l'anno dopo terza a undici lunghezze dal Piacenza, nel 1975-76 è quinta, a meno tredici dal neo promosso Monza.
INIZIA L'ERA SANSON, C'E' L'ATTESA RISCOSSA DELL'UDINESE
L'8 giugno del 1976, dopo l'ennesima delusione, l'Associazione Calcio Udinese si scioglie e viene costituita una Spa con capitale sociale formato dall'azionariato popolare e dalle quote dell'ex vice presidente Lino Midolini, di Angelo Da Dalt e dell'industriale veneto Teofilo Sanson che è il nuovo presidente. Sanson affida la panchina a Livio Fongaro, mentre Franco Dal Cin è il nuovo Direttore Generale.
La società opera bene sul mercato, azzeccato è soprattutto l'acquisto dell'attaccante Claudio Pellegrini (proveniente dal Barletta), che segna qualcosa come diciotto gol. Non bastano, alla fine l'Udinese è seconda dietro la Cremonese. Alla terza giornata di quel campionato, esattamente il 26 settembre 1976, in occasione della gara con il Seregno, vinta per 1 a 0 dai bianconeri, viene inaugurato lo stadio "Friuli" la cui iniziale capienza è di 20 mila posti.
L'anno seguente è quello della svolta, dell'attesa riscossa: l'Udinese, finalmente, accede in serie B. I bianconeri, forti anche dell'innesto del bomber Nerio Ulivieri, magistralmente guidati dalla panchina da Massimo Giacomini, reduce dall'esperienza con il Treviso e a cui Sanson ha dato piena fiducia, si dimostrano nettamente i più forti. Giacomini rivoluziona il modo di giocare dell'Udinese che ora è tipicamente olandese, con la tattica del fuorigioco che viene attuata in maniera quasi esasperata, con il pressing, con il calcio totale. L'Udinese si aggiudica anche la Coppa Italia semiprofessionisti battendo in finale la Reggina.
Ma il capolavoro di Sanson, Dal Cin e Giacomini si completa nel torneo cadetto 1978-79 che l'Udinese vince alla grande. Ai bianconeri è bastato un solo sostanziale ritocco per essere ancora più agguerriti: l'innesto di Luigi Del Neri in cabina di regia. Questa la formazione-tipo che suscita nuovi entusiasmi nel popolo friulano: Della Corna, Bonora, Fanesi, Leonarduzzi, Fellet, Riva, De Bernandi, Del Neri, Bilardi, Vriz, Ulivieri. Allenatore: Giacomini.
IL CALCIO SCOMMESSE SALVA L'UDINESE
La stagione 1979-80 non si presenta facile, tutt'altro, per la neopromossa squadra bianconera alla cui guida viene chiamato Corrado Orrico, che ha allenato in C2, dato che Giacomini si è arreso alle lusinghe del Milan. L'inizio è dignitoso, poi i limiti di una squadra, che non poteva sperare soltanto sulla grinta per rimanere in A, emergono in maniera eloquente. Il girone di ritorno è semplicemente disastroso, almeno nella prima parte. Orrico, dopo la sconfitta di Cagliari rassegna le dimissioni che, però, sono respinte da Sanson. Ma il divorzio tra allenatore e società è questione di tempo: Orrico, dopo la sconfitta casalinga con l'Avellino per 1 a 0 rassegna ancora le dimissioni che vengono accolte. La squadra viene affidata a D'Alessi. L'Udinese conclude il torneo al penultimo posto, è retrocessione. Ma nella primavera del 1980 scoppia lo scandalo delle scommesse clandestine, sono coinvolti giocatori e società.
Il Milan è il club più inguaiato e la Giustizia Sportiva sanziona la retrocessione della squadra rossonera in B. Si salva il Catanzaro, che era giunto terz'ultimo, ma l'Udinese parte al contrattacco, fa ricorso alla Commissione d'Appello contro la Lazio che, per Sanson e Dal Cin, sarebbe anch'essa coinvolta nello scandalo. Il ricorso è accettato, la Lazio è retrocessa, l'Udinese rimane in A.
L'ASCESA DEI PRIMI ANNI OTTANTA
L'anno dopo, Sanson affida l'Udinese a Marino Perani, ma dopo tre giornate lo esonera e provvisoriamente promuove Enzo Ferrari (gara interna con la Fiorentina, 0 a 0). Poi arriva Gustavo Giagnoni, ma la squadra stenta, perde, non ha gioco, staziona nei bassifondi. Dopo la sconfitta di Milano contro l'Inter, 8 febbraio 1981, Giagnoni viene esonerato e sostituito da Enzo Ferrari. La squadra è allo sbando, in pratica è destinata alla retrocessione, ma Ferrari dimostra coraggio e buon senso, si affida a giocatori motivati e ai giovani, l'Udinese recupera terreno per poi giocarsi tutto nell'ultimissima giornata al "Friuli" contro il Napoli: il successo potrebbe significare la salvezza. Il match è elettrizzante, Zanone, all'avvio di gara, sbaglia un rigore, segna invece il Napoli con l'ex Pellegrini; al 54' pareggia Vriz, ma non basta, serve un altro gol, serve un miracolo e all'87' Gerolin dribbla quattro uomini, Castellini compreso e segna la rete che fa esplodere lo stadio.
Sanson, dopo quella gara, rassegna le dimissioni, consegna la squadra al sindaco. E' il 31 maggio. Nel frattempo si cerca un sostituto, o un gruppo di azionisti. Il 27 giugno viene siglato l'accordo con la Zanussi e Lamberto Mazza, numero uno dell'azienda di Porcia, ne diventa il presidente. La nuova società lavora bene, vengono acquistati elementi importanti Causio dalla Juve, Muraro e Pancheri dall'Inter, Orlando Pereira dal Vasco da Gama, Orazi dal Catanzaro. Il cammino è dignitoso, l'Udinese si salva senza patemi, mentre l'anno dopo, con gli innesti di Pulici, proveniente dal Torino, del croato Surjak, del brasiliano Edinho, di Virdis (dalla Juventus), viene conquistato il sesto posto. L'Udinese è una bella realtà del calcio italiano, Mazza e Dal Cin tentano di trasformarla in uno squadrone.