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Arriva il Galinho

Zico UdineseARRIVA SUA MAESTÀ ZICO

C'è ambizione nel club bianconero, ci sono idee, pure i quattrini. L'1 giugno 1983 giunge dal Brasile la notizia-bomba: l'Udinese ha acquistato nientemeno che Antunes Coimbra Zico, il miglior giocatore al mondo. Ma la Federcalcio pone il veto al tesseramento dell'asso del Flamengo perché, a suo dire, l'Udinese non garantirebbe la copertura finanziaria della spesa dell'acquisto di Zico. Il popolo friulano si ribella, scende in piazza, nel frattempo la società prepara nei dettagli il ricorso, alla fine un Giurì d'Onore del Coni dà ragione all'Udinese (e alla Roma, dato che la FIGC aveva bocciato l'acquisto di Cerezo da parte del club giallorosso).

Zico nell'Udinese significa stadio "Friuli" sempre pieno, significa 26611 abbonati. Un record!. La squadra parte bene, sale nei posti di vertice, Zico segna e incanta. Ma l'8 marzo 1984 il "Galinho" si "stira" in un amichevole disputata a Brescia. E' la fine delle ambizioni dell'Udinese, il brasiliano sta fuori cinque giornate, quando rientra non è più lo stesso, la squadra dal terzo scende al sesto posto. Nulla è perduto, però, per sperare almeno di conquistare il pass per l'Uefa. Ma all'ultima giornata l'Udinese perde in casa con il Milan per 2 a 1.

Da questo momento inizia una nuova fase di lenta decandenza della compagine bianconera. L'anno successivo la squadra si salva nel finale, anche perché Zico, fermato da noie muscolari, gioca col contagocce. Il campione brasiliano deve addirittura fare i conti con la Giustizia. Viene accusato di costituzione di capitali all'estero, viene processato e condannato, nel maggio del 1984, a otto mesi di reclusione e a un miliardo 630 milioni di multa.

La sera, poche ore dopo la sentenza, Zico scappa in Brasile e rientrerà in Italia solamente dopo che - dicembre 1988 - sarà completamente riabilitato dalla Corte d'Appello di Trieste. L'Udinese, che un anno prima aveva perso Dal Cin, in rotta con Mazza, continua nella sua parabola discendente, nel 1985-86 conclude al tredicesimo posto con 25 punti.

PARTE IN SALITA L'AVVENTURA DI GIANPAOLO POZZO
Nel luglio del 1986 Gianpaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza in un momento drammatico per il calcio friulano: L'Udinese è coinvolta in qualche caso di presunto scandalo scommesse. Il 28 luglio 1986 il club bianconero viene retrocesso in B, poi in Appello il provvedimento viene parzialmente rivisto, ma in peggio: all' Udinese inflitti nove punti di penalizzazione.

In pratica è una retrocessione posticipata. Pozzo tenta il miracolo, soprattutto vuol garantire la massima regolarità del campionato e spende fior di quattrini per allestire una buona squadra quando avrebbe potuto risparmiare quel denaro, servito per ingaggiare i campioni del mondo Graziani, Collovati e l'argentino Bertoni e investirlo, invece, l'anno dopo per tentare la risalita in A. Alla fine l'Udinese è ultima con 15 punti, ma, senza il fardello della penalizzazione, si sarebbe salvata.

Gianpaolo Pozzo si affida a Massimo Giacomini. Vuole riportare subito la squadra in A, niente da fare. L'inizio è disastroso, Giacomini, dopo il pareggio casalingo con il Bari, 11 ottobre 1987, viene esonerato. La squadra viene data provvisoriamente a Marino Lombardo in attesa che arrivi Bora Milutinovic. Il serbo non ha fortuna, stecca di brutto e la compagine passa ancora di mano. E' la volta di Nedo Sonetti che tenta il miracolo, con lui i bianconeri risalgono in superficie, si portano a ridosso delle prime, ma nel finale cedono nuovamente. Nel 1988-89 si riparte ancora con Sonetti allenatore, la squadra è rifatta, arrivano De Vitis, Minaudo, Angelo Orlando, Lucci, Antonio Paganin, Garella, Zennoni, Catalano; per fine prestito Branca rientra dalla Sampdoria. Alla fine è terzo posto, è nuovamente serie A.

Sonetti, però, non viene confermato, l'Udinese, che ha acquistato in Argentina Sensini e Balbo (al posto dell'israeliano Rosenthal, scartato per un'anomalia alla schiena), Gallego dal Real Madrid, è affidata a Bruno Mazzia. Ma i risultati sperati non arrivano. A Natale Gianpaolo Pozzo decide di esonerare il tecnico biellese, al suo posto arriva Rino Marchesi; le cose inizialmente vanno un po' meglio, poi la squadra perde qualche gara di troppo. L'Udinese ritorna in B, ma, quel che è peggio, dopo i mondiali scoppia il "caso Udinese".

La disciplinare penalizza la squadra di quattro punti per una telefonata di Pozzo al presidente della Lazio Calleri alla vigilia del match tra le due squadre. Pozzo si difende strenuamente, gli viene inflitta un'inibizione di cinque anni a ricoprire cariche sociali. Per lui è troppo, da allora non accetterà più la carica di presidente. In appello i quattro punti di penalizzazione diventano cinque. Eppure il torneo di B vede l'Udinese tra le protagoniste, peccato che inizialmente con Marchesi prima e con Fontana poi, la squadra sciupi ghiotte occasioni per far bottino pieno. Poi tocca ad Adriano Buffoni guidare i bianconeri e il nuovo tecnico riesce a dare gioco e vivacità alla squadra che risale la corrente. Ma non viene centrato l'obiettivo-serie A, o meglio la promozione sarebbe stata centrata senza la penalizzazione.

 

 

 


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