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La forza di denunciare

kayla-harrisonC'è un'atleta che vince nello sport e nella vita dopo anni di violenze. È Kayla Harrison la prima americana a conquistare una medaglia d'oro nel judo alle Olimpiadi. È salita sul gradino più alto del podio nella categoria 78 kg. Un successo nello sport che arriva dopo anni di inferno nella vita. Quando aveva otto anni è stata molestata dal suo allenatore, Daniel Doyle ed è arrivata sull'orlo del suicidio.

"È stato devastante. Daniel era uno degli amici di mia mamma, ha fatto da babysitter a me, a mio fratello e a mia sorella e veniva ai barbecue di famiglia", ha rivelato la judoka, precisando i risvolti della vicenda: "Quando ero giovane, mi diceva: 'Dobbiamo tenerci per noi tutto questo o finiremo nei guai' e ad essere onesta, mi aveva fatto il lavaggio del cervello. Crescendo, sapevo che era sbagliato, ma lo amavo e credevo che lui amasse me".

La Harrison aveva sei anni quando ha gareggiato sul tatami per la prima volta, a otto l'incontro con Doyle che di anni all'epoca ne aveva 24: "Ero distrutta dal punto di vista emozionale, gravemente depressa. Odiavo la mia vita". Poi è arrivato il punto di rottura, quello si è resa conto di "non poterne più" e ha trovato la forza di denunciare. Ha confessato tutto ad Aaron Handy, anche lui judoka e suo attuale findanzato, che l'ha riferito alla madre di Kayla.

Doyle ora è in prigione e sta scontando dieci anni di pena. La Harrison si sente "più forte", sicura "che non ci può essere nient'altro nella mia vita più duro di quello".

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C’è un’atleta che vince nello sport e nella vita dopo anni di violenze. È Kayla Harrison la prima americana a conquistare una medaglia d'oro nel judo alle Olimpiadi. È salita sul gradino più alto del podio nella categoria 78 kg. Un successo nello sport che arriva dopo anni di inferno nella vita. Quando aveva otto anni è stata molestata dal suo allenatore, Daniel Doyle ed è arrivata sull’orlo del suicidio. "È stato devastante. Daniel era uno degli amici di mia mamma, ha fatto da babysitter a me, a mio fratello e a mia sorella e veniva ai barbecue di famiglia", ha rivelato la judoka, precisando i risvolti della vicenda: "Quando ero giovane, mi diceva: 'Dobbiamo tenerci per noi tutto questo o finiremo nei guai' e ad essere onesta, mi aveva fatto il lavaggio del cervello. Crescendo, sapevo che era sbagliato, ma lo amavo e credevo che lui amasse me".

La Harrison aveva sei anni quando ha gareggiato sul tatami per la prima volta, a otto l'incontro con Doyle che di anni all'epoca ne aveva 24: "Ero distrutta dal punto di vista emozionale, gravemente depressa. Odiavo la mia vita". Poi è arrivato il punto di rottura, quello si è resa conto di "non poterne più" e ha trovato la forza di denunciare. Ha confessato tutto ad Aaron Handy, anche lui judoka e suo attuale findanzato, che l'ha riferito alla madre di Kayla.


Doyle ora è in prigione e sta scontando dieci anni di pena. La Harrison si sente "più forte", sicura "che non ci può essere nient'altro nella mia vita più duro di quello".