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Pamich compie 80 anni

8 pamichAbdon Pamich strappa il filo degli 80 anni. Ma per lui, nella sede romana della Ferderatletica, oggi è stata festa doppia: non solo per il compleanno (è nato il 3 ottobre 1933) ma anche perché, quasi mezzo secolo fa (era il 18 ottobre 1964), vinse l'oro olimpico nella 50km di marcia a Tokyo.

Con un gesto, quello di strappare il filo posto all' arrivo che, come sottolinea il segretario del Coni, Roberto Fabbricini, ''è entrato nell'iconografia dello sport''. ''Siamo qui a festeggiare questo straordinario ricordo - rileva il presidente della Fidal, Alfio Giomi -, perché non c'e' futuro se non c'e' riconoscenza per il passato.

E' un atto dovuto e un momento importante perché bisogna avere la consapevolezza di ciò che alcune persone hanno fatto nella storia per tenere alta l'atletica leggera. Deve essere motivo di orgoglio, ricordiamo con affetto quello che hai fatto, Pamich''. ''Sei una persona che ha illustrato l'atletica italiana in maniera vincente in tutto il mondo - riconosce Fabbricini -, una persona che ci ha dato un insegnamento, con un comportamento mai sopra le righe, di grande rigore, che ha dato molto allo sport italiano''.

E a festeggiare l'ex atleta, vincitore, tra l'altro, di due ori europei nel 1962 e nel 1966, c'erano tanti protagonisti della marcia e, più in generale, dell'atletica azzurra: da Sandro Bellucci a Roberto Frinolli, dall'ex ct della nazionale Enzo Rossi a Vittorio Visini e poi ancora Sandro Damilano, Massimo Magnani, Stefano Baldini e Giorgio Rubino. A nome loro, parla l'ex oro nella marcia 20 km a Mosca '80, Maurizio Damilano.

''La marcia ti augura buona festa - le sue parole -. Le nostre radici e la storia del nostro sport non devono essere perse. Non solo i risultati, ma le persone, degli uomini di riferimento, fanno che queste radici siano bene piantate nel terreno.

Nessuno di noi ha smesso di essere un marciatore e di sentirsi parte di quella famiglia della marcia. Valori come l'amicizia, il rispetto, la condivisione, ci caratterizzano, altrimenti oggi non saremmo così tanti a ricordare a 49 anni di distanza la tua vittoria di Tokyo''. ''Mi sento imbarazzato, nonostante mia età per una manifestazione così sentita. Sono contento che lo abbiate fatte che sono ancora in vita - scherza Pamich -. Le commemorazioni non mi piacciono, mi auguro che non sia soltanto un addio.

E' un'accoglienza immeritata, ho fatto soltanto una cosa che mi piaceva. Mi rimane il riconoscimento di tante persone, anche giovani''. ''La vittoria - ricorda il bronzo a Roma '60 - veniva per caso. Lo sport è superamento di se stessi, il resto dipende da altri''. Una sfida la sua, che vive negli allenamenti giornalieri che ancora continua a sostenere nonostante l'età'. E che continuerà a fare da domani, magari indossando la tuta olimpica che gli ha donato il Coni per il compleanno. Perché campioni si rimane.