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Vincere contro tutti

battisti e sartoriUn argento di rabbia e commozione, preceduto e seguito dalle polemiche. Il canottaggio italiano non si smentisce. Anche in questa edizione delle Olimpiadi entra nel medagliere, grazie all'entusiasmante argento del due di coppia Sartori-Battisti, preceduto solo dai favoriti neozelandesi Cohen-Sullivan, che però non hanno avuto vita facile.
Si sono commossi, sotto gli occhi del loro allenatore del gruppo sportivo Fiamme Gialle, Franco Cattaneo, e delle famiglie: in tribuna c'erano Sara e la piccola Lavinia Battisti (un mese) e la moglie di Sartori, Monica, con i figli Leonardo e Matteo. Sul podio hanno sventolato un nastrino tricolore, per ricordare il colonnello della Guardia di Finanza Gaetano Dell'Antuono, scomparso lo scorso 22 giugno.

Ma la gioia e le lacrime non hanno impedito a entrambi di sottolineare il difficile approdo in Nazionale. Fino ad aprile non erano stati nemmeno selezionati per l'Olimpiade. "Dobbiamo ringraziare la nostra società, le Fiamme Gialle, che ha sempre creduto in noi e ci ha sostenuto. "Ci siamo allenati per conto nostro a Sabaudia, ci siamo dovuti sudare la convocazione gradino per gradino e abbiamo dimostrato che il nostro metodo porta alle medaglie".

Si sono preparati ai Giochi in autonomia rispetto alla nazionale del ct Giuseppe De Capua. Inizialmente bocciati dal selezionatore italiano, i due finanzieri sono giunti sul secondo gradino più prestigioso partendo dalle selezioni nazionali.

"Chiedetelo ai tecnici perché non eravamo stati scelti - la secca replica di Sartori -. Con questa medaglia mi tolgo tanti sassolini dalle scarpe. Perché in molti mi davano per finito e invece sono ancora qui. E mi godo questa medaglia ancor più dell'oro di Sydney". Da parte sua, Di Capua prova a smorzare con un sorriso: "Questo argento lo sento mio...".